Auricolari con cancellazione del rumore attiva | I migliori del 2022 | Tom's Hardware

2022-10-12 15:53:03 By : Ms. Elinor Shu

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Se siete alla ricerca di un paio di auricolari che vi permettano di isolarvi dall’ambiente circostante, un modello di auricolari noise canceling (ANC), quindi con cancellazione del rumore attiva, è la scelta ideale. Questa guida all’acquisto, sviluppata in collaborazione con gli esperti di www.cinemaincasa.eu, vi permetterà di capire tutte le caratteristiche di questi auricolari così da poter scegliere il modello che fa al caso vostro. Ovviamente vi daremo anche dei nostri suggerimenti sui migliori prodotti in circolazione in base alle vostre esigenze.

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ANC è una sigla che sta per Active Noise Cancelling (cancellazione del rumore attiva), e cioè un metodo che permette di isolare maggiormente chi li usa dall’ambiente esterno perché sono in grado di abbattere i rumori ambientali. Esistono moltissimi modelli di auricolari ANC e oggi questa tecnologia non è più qualcosa di costoso e legato unicamente a prodotti di fascia alta, e cioè costosi, come avveniva in passato. È possibile acquistare modelli ANC a meno di 100 euro, e i produttori tecnicamente sarebbero in grado di realizzare soluzioni ancora più economiche e dotarle di ANC, anche se ciò ancora non avviene per mantenere una differenziazione di mercato.

Non tutti gli auricolari noise canceling funzionano allo stesso modo, non tutti offrono le stesse prestazioni e di conseguenza acquistare un modello ANC non significa avere la certezza che si possa godere delle stesse prestazioni di abbattimento del rumore.

Oggi la maggior parte degli auricolari ANC sono anche modelli TWS, sigla che sta per True Wireless Stereo, e che semplicemente indica che i due auricolari comunicano tramite tecnologia senza fili e sono separati tra loro, cioè l’uno indipendente dall’altro. Questa dicitura si è rivelata necessaria durante l’evoluzione di questi auricolari, per differenziarli dalle cuffie wireless classiche e soprattutto dai modelli che prevedevano una tecnologia di comunicazione senza fili, ma i due auricolari erano connessi tra loro. Ci si riferisce a questi modelli come “auricolari a collare” o “auricolari da collo” o semplicemente “auricolari wireless”.

Sony è al vertice del mercato ormai da alcuni anni e le WF-1000XM4 sono ad oggi il miglior prodotto in termini di qualità audio, ANC e prezzo che possiate acquistare. Il processore V1 è in grado di gestire la riduzione attiva del rumore in maniera intelligente, nonché il DAC e l’amplificazione. Non solo questi auricolari sono in grado di fare un ottimo lavoro di annullamento delle basse frequenze, ma agiscono anche su altre parti dello spettro audio, notoriamente più difficile da gestire. L’abbinamento all’applicazione per smartphone aggiunge intelligenza a questi auricolari e le gesture permettono di passare velocemente dalla modalità a cancellazione del rumore attiva a quella di trasparenza. Sono impermeabili e di conseguenza è possibile utilizzarli anche durante sessioni di allenamento.

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Per chi ha un iPhone e vuole rimanere nell’ecosistema Apple, le AirPods Pro sono la scelta primaria. Nonostante non siano le migliori sotto il profilo ANC e di qualità audio, offrono comunque ottime prestazioni adatte alla maggior parte delle persone e un’integrazione con iPhone e altri dispositivi Apple di altissimo livello. Tramite le impostazioni di iPhone è possibile valutare la dimensione del gommino scelto poiché viene verificato anche l’isolamento passivo. Gli AirPods hanno ancora più senso se utilizzate altri dispositivi Apple, poiché la sincronizzazione delle informazioni su iCloud permette di passare velocemente dall’iPhone all’iPad a un computer Mac.

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Jabra offre da tempo moltissimi modelli di auricolari noise canceling e gli Elite 7 Pro sono in grado di offrire buone prestazioni generali, ma soprattutto un’ottima indossabilità e una qualità durante le chiamate telefoniche di altissimo livello. La cancellazione del rumore attiva funziona bene, il design è solido, l’autonomia più che sufficiente e anche la qualità audio è soddisfacente. Se passate molto tempo al telefono e volete un prodotto in grado di supportarvi in tutte le ore della giornata, considerate questo modello.

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Le Bose QuietComfort sono un’ottima alternativa nella fascia alta di mercato, con un prodotto in grado di soddisfare le aspettative della maggior parte delle persone. L’ottimo livello di cancellazione del rumore attiva si abbina a una qualità audio superiore alla media, che amplifica le basse frequenze. La loro forma offre una presa nelle orecchie molto solida e un isolamento passivo elevato. La resistenza ad acqua e sudore, assieme alla buona autonomia, le rendono perfette per chi è sempre in movimento e vuole usare la stessa cuffia in tutte le situazioni della giornata.

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Le Beats Studio sono contraddistinte da un bel design, una buona indossabilità, un’autonomia soddisfacente e doti di cancellazione del rumore attiva e qualità audio di buon livello. Pur non segnando nuovi record nell’industria, sono un prodotto valido sotto tutti i profili. Nonostante Beats sia ora un’azienda di Apple, e di conseguenza le Beats Studio offrono un’integrazione profonda con il sistema operativo di iPhone, offrono ottime prestazioni e nessuna limitazione anche con smartphone Android. Queste cuffie sono probabilmente un ottimo compromesso per tutti gli utenti Apple che vogliono un’integrazione diretta con iPhone, ma che non disdegnano l’uso anche con altri dispositivi.

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Controlli touch, Alexa, buone prestazioni ANC e un’applicazione che permette di gestire l’intervento della cancellazione del rumore. La particolarità di questi auricolari Technics è la qualità audio, che privilegia una riproduzione con bassi potenti e profondi. Se vi piace ascoltare musica con una resa corposa e bassi potenti, dovreste valutare questo paio di auricolari noise canceling di fascia alta.

Confortevoli da indossare e con un’autonomia totale che sfiora le 30 ore, questi auricolari sono in grado di offrire una qualità audio sopra alla media, con bassi profondi, alti cristallini e una buona dinamica. Ovviamente anche l’ANC funziona bene. Forse leggermente più costose rispetto alle concorrenti, ma se per voi la qualità audio è importante, dovreste considerare queste Sennheiser.

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Negli ultimi anni il panorama di cuffie e auricolari con la funzione di cancellazione del rumore attiva è cresciuto notevolmente. Da brand cinesi a basso costo fino a grandi marchi blasonati un po’ tutti stanno cavalcando l’onda degli auricolari noise canceling, con ovviamente risultati diversi. Per effettuare nel modo migliore la vostra scelta dovete essere a conoscenza di alcune informazioni importanti che determineranno il modello migliore per le vostre esigenze e, a prescindere dalla nostra selezione, riteniamo importante che voi possiamo effettuare la vostra scelta in maniera consapevole. Per questo motivo andiamo ad analizzare tutti i fattori più importanti che vi guideranno nella scelta del migliore auricolare noise canceling.

Tutti questi auricolari noise canceling utilizzano la tecnologia Bluetooth per comunicare con lo smartphone o con il notebook, implementata nelle versioni 4.0 o 5.0. Tutti gli ultimi modelli tendono a usare l’ultima versione del bluetooth disponibile (dalla 5.0 in poi), che offre non solo una connessione più stabile, ma anche un consumo ridotto della batteria e anche funzioni aggiuntive, come ad esempio la possibilità di poter passare velocemente tra due dispositivi bluetooth (gli auricolari rimangono connessi a due dispositivi, permettendo quindi di passare velocemente dall’uno all’altro).

I due auricolari comunicano solitamente tra di loro, cioè la connessione con lo smartphone viene effettuata da un solo auricolare (solitamente il destro), che poi passa il flusso audio all’altro auricolare. Tuttavia non è una regola, infatti è possibile che la connessione bluetooth con lo smartphone venga effettuata dal primo auricolare che mette a disposizione la connessione (ad esempio quello che si estrae prima dalla custodia, azione che lo accende) o che entrambi gli auricolari mantengano una connessione bluetooth attiva con lo smartphone (questo avviene nei modelli più recenti).

All’atto pratico la differenza nel modo in cui si connettono determina la possibilità di poter usare gli auricolari singolarmente, se ne avete necessità: in alcuni casi sarà possibile usare solo l’auricolare principale, in altri sarà indifferente.

L’ANC, cancellazione del rumore attiva, non è una tecnologia nuova, bensì è stata creata molti anni fa, verso la fine degli anni ’70, e implementata inizialmente solo sulle cuffie classiche. L’azienda pioniera di questa tecnologia fu Bose, il cui fondatore immaginò questa tecnologia durante un volo aereo perché disturbato dal continuo rumore dei motori. Non è quindi un segreto che per molti anni le cuffie ANC sono state pensate e ottimizzate per dare il meglio in situazioni di questo genere.

Le basi dell’ANC sono molto semplici, e cioè alcuni microfoni si occupano di intercettare i rumori dell’ambiente circostante e una logica elettronica mette in controfase le onde sonore intercettate, immettendole nel flusso audio e così annullandole. Immaginate il classico grafico di un’onda sonora (solitamente esemplificato con un’onda sinusoidale). Mettere un’onda sonora in controfase significa “riprodurla al contrario”. Sovrapponendo i valori di queste due onde si ottiene l’annullamento delle stesse.

Se queste sono le basi di funzionamento, l’efficacia reale dipende da molti fattori. La quantità e sensibilità di microfoni. La velocità con cui i dati sonori vengono letti, trasferiti, manipolati e reinseriti nel flusso audio. La capacità stessa dei chip adibiti alla manipolazione di fare un lavoro accurato. E ovviamente il tipo di rumori, cioè frequenze, che si vogliono abbattere.

Storicamente le cuffie e auricolari ANC hanno sempre funzionato bene con i rumori continuativi e le basse frequenze, cioè la classica situazione che viviamo a bordo di un mezzo di trasporto. Quando si viaggia in aereo, il rimbombo dei motori all’interno della cabina è rappresentato da un sommesso e continuo brontolio, cioè da basse frequenze. Le onde a bassa frequenza portano meno informazioni e si propagano nell’ambiente su distanze maggiori, e ciò permette ai microfoni delle cuffie di captare in maniera più precisa queste frequenze e di rielaborarle (metterle in controfase) in maniera più veloce e accurata, annullandole.

Le frequenze più alte sono soggette a fenomeni fisici che ne modificano le caratteristiche in maniera più massiccia quando si propagano nell’ambiente, rendendo il lavoro dei microfoni e chip decisamente più complicato, soprattutto considerando che questo lavoro di “annullamento” delle frequenze deve essere fatto in tempo reale, o quasi. In definitiva è quindi decisamente più semplice eliminare le basse frequenze e se oggi praticamente tutte le cuffie ANC si comportano bene in questo contesto, solo i modelli di fascia alta sono in grado di gestire meglio anche gli altri rumori ambientali.

L’isolamento passivo è un elemento fondamentale degli auricolari e cuffie ANC, poiché senza, l’efficacia della cancellazione del rumore verrebbe altamente compromessa. Con “isolamento passivo” s’intende la necessità di bloccare in maniera efficiente il condotto uditivo, così da evitare che altri suoni possano raggiungere gli organi uditivi senza passare dalla cuffia stessa. In altre parole, le orecchie devono essere completamente “tappate” dagli auricolari, perché non deve accadere che dei rumori possano infiltrarsi e quindi limitare l’efficacia dell’ANC.

Per questo motivo la quasi totalità degli auricolari ANC sono dei modelli in-ear, cioè con la cuffietta che entra direttamente nel condotto uditivo, con lo scopo di tapparlo. Esistono dei modelli che possiamo chiamare “semi in-ear”, una definizione a volte usata ma che non trova una reale applicazione scientifica. Solitamente ci si riferisce a questi modelli come quelli che s’inseriscono nell’orecchio grazie a una forma che cerca di riempire lo spazio iniziale del condotto auricolare, senza tuttavia entrare e bloccare completamente lo stesso. Molti di questi modelli non sono dotati di ANC, per i motivi appena citati, ma alcuni lo hanno. La loro efficacia non potrà mai essere totale per chiare questioni fisiche già ampiamente descritte, ma riescono comunque a limitare alcune basse frequenze.

Riassumiamo quindi i motivi per cui l’efficacia degli auricolari ANC può cambiare. Oltre alla qualità o meno dei microfoni e dei chip adibiti a gestire i segnali sonori, spesso l’efficacia cambia proprio per via dell’isolamento passivo descritto nel capitolo precedente. Le orecchie umane sono molti differenti da individuo a individuo, e anche le due orecchie, della stessa persona, differiscono tra loro. Se esteticamente sembrano simili, piccole differenze, soprattutto nella parte interna dell’orecchio, possono rendere inefficiente l’isolamento passivo.

Gli auricolari ANC in-ear sono spesso dotati di cuffiette in gomma o materiale memory-foam di differenti dimensioni, con lo scopo di adattarsi alla dimensione e forma delle nostre orecchie. È importante provare tutte le cuffiette a disposizione per capire quale riesce a generare un isolamento passivo massimo. A volte sarà anche necessario usare cuffiette di dimensioni differenti in base all’orecchio, poiché come detto il diametro interno può variare.

A volte tuttavia non è sufficiente una cuffietta più grande o più piccola per ottenere l’isolamento passivo massimo. Il design dell’auricolare stesso può influire sul modo in cui vengono indossati e in alcuni casi, semplicemente, un auricolare non è adatto alle nostre orecchie. Per completezza, anche se l’abbiamo già specificato precedentemente, l’efficacia cambia anche in base al tipo di frequenze che vorrete eliminare. Non aspettatevi che un auricolari ANC elimini efficacemente le voci o i suoni più alti e striduli, quindi se siete in un ambiente con molti fonte di rumore, alcune saranno abbattute meglio di altre.

La maggior parte degli auricolari noise canceling di tipo ANC hanno un design in-ear, ma è possibile identificare tre differenti tipologie all’interno di questa categoria: gli auricolari compatti, quelli sportivi e quelli più classici che hanno una forma allungata. Non possiamo essere più specifici nell’identificazione dei differenti modelli perché non esiste una nomenclatura ufficiale. Quando parliamo di auricolari “classici” intendiamo quelli dotati di una sorta di “gambo”, la forma tradizionale degli auricolari, come oggi sono ad esempio gli AirPods che abbinano a un corpo centrale dove è presente l’altoparlante un corpo allungato a cui, nei vecchi auricolari, era collegato il filo. Con “compatti” invece intendiamo quei modelli tondeggianti che perdono il “gambo”, mentre con “sportivi” facciamo riferimento agli auricolari dotati di caratteristiche speciali che li rendono particolarmente idonei per le attività sportive.

Gli auricolari ANC dalla forma tradizionale sono solitamente quelli che offrono delle prestazioni di cancellazione del rumore solo discrete per via del loro design, solitamente semi in-ear, per via appunto della protuberanza che non permette di inserirli a fondo nel condotto uditivo. Gli auricolari compatti sono invece i più tradizionali che permettono design più invasivi, quindi d’inserirli più efficacemente all’interno dell’orecchio. I modelli sportivi sono solitamente più grandi e dotati di forme particolari che permettono di sfruttare non solo il condotto uditivo, ma anche la parte più esterna dell’orecchio per ancorarsi in maniera più forte alle orecchie. Sono solitamente compatibili con standard di resistenza ad acqua e polvere superiori e a volte sono accompagnati anche da archetti esterni che si fanno correre dietro all’orecchio per una presa sicura al 100%.

Gli auricolari wireless ANC, in base al loro design, si possono controllare tramite pulsanti fisici, superfici tattili o sensori che rilevano il tocco (che sono differenti rispetto alle superfici tattili).

La scelta d’implementare un tipo di sistema di controllo non è legato a motivazioni tecniche, piuttosto è una questione di posizionamento di mercato e dimensioni. Più gli auricolari sono piccoli, più semplice sarà usare sensori che rilevano i “colpetti” che potrete dare con le dita sull’auricolare stesso o in prossimità. Più gli auricolari saranno grandi più semplice sarà implementare pulsanti fisici.

Ognuno di questi sistemi ha i sui vantaggi e svantaggi. Il pulsante fisico ha il vantaggio di offrire l’invio sicuro di un input, poiché non c’è alcune sistema che deve “interpretare” il tocco. Tuttavia ogni volta che premerete il pulsante spingerete l’auricolare nell’orecchio, quindi è importante che i pulsanti sia sensibili e che il design dell’auricolare eviti spiacevoli situazione dove la pressione verso l’orecchio possa creare fastidi.

I modelli con superficie sensibile al tocco non richiedono forza per recepire il comando, ma è necessario che il tocco sia abbastanza preciso, poiché se ad esempio toccherete solo una porzione delle superficie, l’input potrebbe non essere recepito. Oltretutto i modelli touch sono potenzialmente sensibili a tocchi non voluti, ad esempio quando li maneggiate per metterli o toglierli dalle orecchie. Lo stesso vale per i modelli dotati di sensori che rilevano il tocco, ma questi ultimi sono solitamente più precisi perché non dovrete posizionare il polpastrello perfettamente sull’area sensibile al tocco, ma basterà inviare la vibrazione con un’intensità sufficiente per farla percepire come input. Alcuni modelli funzionano anche con dei tocchi sull’area della testa in prossimità dell’auricolare stesso.

I modelli con “gambo” a volte trasferiscono in questa zona le superfici sensibili al tocco.

Tutti questi tre sistemi di comando possono funzionare bene o male, dipende ovviamente come vengono implementate.

Tra i sensori che solitamente migliorano molto l’ergonomia d’uso c’è quello che rileva quando starete, o meno, indossando l’auricolare. Si tratta di piccoli sensori posizionati nella parte interna dell’auricolare (quella rivolta verso l’orecchio) che identificano quando un auricolare viene indossato e viene rimosso dall’orecchio. L’obiettivo di questi sensori è, ad esempio, mettere in pausa la riproduzione musicale quando li toglierete dall’orecchio, per poi riprenderla una volta che li avrete indossati nuovamente.

Questa tecnologia solitamente usa un ricetrasmettitore infrarosso che invia e rileva se un segnale luminoso torna alla fonte. In pratica viene emesso un fascio ottico infrarosso e un ricevitore si occupa di capire se, e quanto tempo, il raggio luminoso rimbalza su una superficie e torna verso il trasmettitore. Se ciò accade in tempi brevi, significa che l’auricolare è posizionato all’interno dell’orecchio, se invece ciò non accade (o accade in tempi lunghi) significa che non è indossato.

A volte questi sistemi perdono di efficacia in base a dove sono posizionati, infatti mentre toglierete un auricolare, se con le dita coprirete i sensori, questi crederanno che avrete nuovamente indossato l’auricolare e faranno ripartire la riproduzione sonora. Non è possibile sapere a priori se e quanto un sensore di questo tipo sia o meno efficace, in ogni caso è sempre meglio preferire un auricolare dotato di questa tipologia di sensore.

Non essendoci una nomenclatura ufficiale in lingua italiana, è possibile ricercare in lingua inglese termini come “in-ear wear detection” o “wear detection”. In italiano il termine che più si avvicina alla dicitura in lingua inglese è “sensore di prossimità”, o ricercate termini come “start e stop automatico”.

La modalità ANC non è sempre attiva, bensì è una funzione che può essere attiva o meno. In alcuni casi è anche possibile scegliere il livello di intervento, cioè quanto la cancellazione del rumore attiva deve essere aggressiva o meno. Questa possibilità è legata principalmente a due motivi: in alcuni casi il senso di ovattamento che l’ANC comunica a chi indossa degli auricolari compatibili è tale da dare fastidio, quindi alcuni individui vorrebbero avere meno invasività, mentre in seconda istanza, in alcuni casi si vuole escludere l’ANC per avere più controllo sull’ambiente circostante e quello che succede.

Oltre quindi alla possibilità di disattivare la modalità ANC o di cambiarne il livello d’intervento (quest’ultima funzione è solitamente presente sui modelli di fascia alta), è sempre più implementata anche la modalità “trasparente” (o trasparenza audio), che non solo disattiva l’ANC ma addirittura utilizza i microfoni per amplificare i rumori attorno a noi.

L’obiettivo di questa modalità è andare oltre all’isolamento passivo, che come abbiamo già detto è molto importante per rendere l’ANC efficace, e quindi permetterci di sentire l’ambiente circostante come se non indossassimo gli auricolari. Questa modalità torna ad essere molto utile, ad esempio, quando camminiamo o ci alleniamo per strada, così che la nostra attenzione possa essere tale da evitare incidenti. Inoltre abilitando la modalità trasparenza potrete parlare con qualcuno senza dover rimuovere gli auricolari. Ciò è molto comodo soprattutto perché indossare bene questi auricolari solitamente richiede un po’ di aggiustamenti e trovata la posizione perfetta non sarete costretti continuamente a metterli e toglierli quando vorrete interagire.

Essendo questi auricolari noise canceling molto piccoli, è lecito chiedersi quando dura mediamente la batteria. Tutti i modelli oggi in commercio si assestano tra le 4 e le sei ore di autonomia, con ANC abilitato. Alcuni modelli fanno qualcosa di più. Oltre alla durata su singola carica, ormai tutte le custodie sono dotate di batterie interne che permettono di ricaricare gli auricolari mentre li avrete riposti al sicuro. La batteria delle custodie ha una capacità che varia in base al modello e solitamente anche in base alla dimensione della custodia stessa. Mediamente è possibile ricaricare un paio di auricolari dalle 3 alle 4 volte, estendendo l’autonomia a circa 20 / 25 ore.

Tuttavia è molto difficile interpretare questo dato poiché pochi si ritroveranno nella situazione in cui useranno gli auricolari per 4-6 ore consecutive, li ricaricheranno completamente (procedura che solitamente impiega dall’ora e mezza alle due ore e mezza) e poi li useranno nuovamente fino a scaricarli, e così via fino ad aver esaurito tutta l’energia disponibile.

È più probabile che continuerete a inserire e togliere gli auricolari dalla custodia, a volte per una veloce chiamata, a volte per un paio d’ore di ascolto continuativo. Per questo motivo, oggi, possiamo considerare che tutti gli auricolari offrono un’autonomia sufficiente agli stili di vita moderni. Dovreste essere più sensibili a questo parametro solo se vi trovate in situazioni in cui vorrete usare gli auricolari per molte sessioni prolungate d’ascolto. In questo caso il parametro più importante è quello della durata a singola carica, poiché sarà necessario del tempo per ricaricare gli auricolari.

Proprio per ovviare anche al problema della ricarica della batteria per sessioni di ascolto estese, molti auricolari moderni (soprattutto quelli di fascia media e alta) sono dotati di ricarica veloce. In meno di dieci minuti è possibile ottenere un’autonomia aggiuntiva di un’ora circa.

Ancora una volta, controllate e ricercate questa funzione se vi trovate spesso in condizioni limite dove avete bisogno di più di 5 ore di autonomia continuativa.

La ricarica wireless è solitamente presente solo sui modelli di fascia media e alta, e ci si riferisce sempre alla possibilità della custodia di essere ricaricata tramite induzione magnetica (non gli auricolari stessi).

A meno che non abbiate varie basette di ricarica wireless e siate abituati a usare questo metodo, non è una caratteristica che riteniamo essenziale. Soprattutto la ricarica wireless impiega più tempo, mentre la ricarica tramite connettore USB-C si completa, in media, tra l’ora e mezza e le due ore e mezza (in base alla capacità).

Se vorrete usare un paio di auricolari noise canceling dovrete assicurarvi, prima di tutto, che siano dotati di qualche certificazione IP. La sigla “IP” significa “International Protecting Rating” ed è uno standard internazionale che viene usato per indicare quanto un prodotto sia protetto da “particelle solide” e “particelle liquide”. Si parla quindi di protezione contro sabbia, terra o qualsiasi altro elemento solido abbastanza piccolo da poter creare problemi e di acqua o sostanze liquide, tra cui il sudore.

La sigla “IP” è seguita da due numeri, il primo indica la protezione da particelle solide, il secondo riguarda i liquidi, ed è quello che ci interessa per gli auricolari e soprattutto per chi vuole fare sport perché certifica che sudore o acqua (ad esempio pioggia) non sia un problema per le parti elettroniche e meccaniche del prodotto.

I numeri partono dallo 0 e più alto è il numero, maggiore sarà la protezione. Spesso viene usata una “X” anziché il numero zero per identificare la mancanza di protezione. Per gli auricolari è accettabile una protezione minima IPX4, e quel “4” significa che gli auricolari sono protetti da schizzi di acqua che arrivano da qualsiasi direzione. Un numero inferiore indica che il prodotto non è protetto o solo alcune zone sono protette, quindi non è idoneo a condizioni dove un certo quantitativo di liquido può arrivare da qualsiasi direzione. Un numero superiore indica invece un grado di protezione superiore, ed è possibile arrivare a livelli in cui è possibile addirittura immergere completamente il prodotto in acqua per diverso tempo senza che si danneggi.

Si, ovviamente gli auricolari ANC si possono usare per fare chiamate telefoniche e mediamente sono anche migliori degli auricolari normali. Il motivo è da ricercare nella presenza di più microfoni, necessari per il buon funzionamento dell’ANC, ma che possono anche essere usati per catturare la voce durante le chiamate telefoniche o anche eliminare dei rumori ambientali, come quelli causati dal vento, così che la nostra voce venga catturata con la miglior nitidezza possibile.

Dipende dal modello e dal modo in cui effettuano la connessione con lo smartphone. Solitamente se si tratta di auricolari di fascia alta possono essere usati singolarmente e a piacimento, in altri casi solo un auricolare funzionerà singolarmente. Non è possibile definire a priori se un modello di auricolari ANC offre o non offre questa possibilità. Se si tratta di una vostra necessità, assicuratevi leggendo recensioni o se questa funzione è indicata sul sito del produttore.

Tutti gli auricolari noise canceling funzionano con iPhone. Usando il bluetooth per connettersi, ed essendo il bluetooth uno standard, non ci sono problemi di connessione o funzionamento. Diversamente dagli AirPods o Beats, che sono integrati a livello profondo con il sistema operativo (gli Airpods sono di Apple e Beats è un’azienda acquistata da Apple), gli altri auricolari perdono alcuni automatismi come l’abbinamento veloce o la visualizzazione dello stato della batteria direttamente dalle schermate dell’iPhone. Per avere queste informazioni o per abbinare gli auricolari bisognerà procedere dalle impostazioni del bluetooth, come per qualsiasi altro accessorio.

Non ci sono motivi per cui non acquistare un paio di auricolari ANC “non Apple”, poiché non ci saranno vere limitazioni nell’uso quotidiano.

Come nel caso di Apple, qualsiasi auricolare ANC funziona con smartphone Android. In base al modello, alcuni saranno dotati di funzione “Fast Pair”, cioè basterà accendere gli auricolari e posizionarli in prossimità dello smartphone per far si che vengano rilevati e abbinati. In tutti gli altri casi dovrete procedere con la classica procedura di abbinamento tramite bluetooth.

È anche possibile utilizzare un paio di auricolari Apple (AirPods Pro) o Beats con smartphone Android. Non sarà disponibile il “Fast Pair” ma sarà possibile abbinarli normalmente tramite bluetooth.

Se il notebook e il PC sono dotati di connessione bluetooth, sarà possibile abbinare e usare gli auricolari ANC. Molto probabilmente il vostro notebook sarà dotato di Bluetooth, mentre non possiamo darlo per scontato nel caso di un PC classico. Solo le schede madre di fascia alta sono generalmente dotate di connettività bluetooth. Potrete anche abbinare gli auricolari sia allo smartphone sia al notebook e passare dall’uno all’altro quando necessario.

Gli auricolari TWS ANC delle marche più famose sono spesso accompagnate da un’applicazione disponibile per Apple e Android, mentre i modelli più economici ne sono sprovvisti. Per un uso basilare degli auricolari non è necessaria l’applicazione, poiché come detto il bluetooth è uno standard implementato a livello di sistema operativo. La presenza di un’applicazione di accompagnamento permette solitamente di aggiornare il firmware, azione che può migliorarne le prestazioni, di attivare un’equalizzazione audio, di personalizzare i comandi che vengono recepiti tramite pressioni di tasti o superficie tattile e anche di attivare degli automatismi, come ad esempio il rilevamento delle azioni che l’utilizzatore sta facendo per poi attivare o disattivare in automatico l’ANC.

Il bluetooth multipoint, dicitura che potreste trovare tra le carattieristiche tecniche di un paio di auricolari ANC, indica la facoltà dell’auricolare di collegarsi contemponearamente a più fonti audio, come due smartphone o uno smartphone e un notebook, e di mantenere attiva la connessione con i due dispositivi. Questo permette di passare facilmente dall’uno all’altro senza dover ogni volta interagire con le impostazioni degli auricolari, disattivando una connessione prima di effettuarne un’altra.

Questa funzione è importante se pensate di sfruttare due dispositivi in contemporanea, mentre è superflua se avete un dispositivo preferenziale con cui usare gli auricolari.

Alcuni auricolari noise canceling sono compatibili con l’audio 360, anche chiamato audio 3D o audio spaziale. Si tratta di una codifica audio, compatibile con alcune applicazione di streaming audio, che sfrutta delle tecniche di psicoacustica per creare la sensazione che l’audio arrivi da tutto attorno a noi. Attualmente la quantità di tracce sonore compatibile con l’audio 360, nonostante non siano poche, sono solo una piccola percentuale rispetto la totalità delle librerie musicali mondiali. Oltretutto questa tipologia di audio, che può stupire durante i primi ascolti, è lontano da quello che si può definire un’audio di alta qualità. A meno che non siate fan di questa tecnica di riproduzione audio, non crediamo sia una caratteristica importante per un paio di auricolari ANC.

Se per voi la qualità musicale è importante e volete il massimo della qualità d’ascolto anche su un paio di auricolari ANC, con tutte le limitazioni della miniaturizzazione e quindi del prodotto stesso, dovreste assicurarvi che il modello che state acquistando sia compatibile con i formati audio ad alta risoluzione. FLAC, ALAC, WAV, AIFF e DSD sono i formati audio loseless (non compressi) più diffusi, e probabilmente se utilizzate un servizio di streaming ad alta risoluzione, dovrete assicurarvi che gli auricolari siano compatibili con il formato FLAC, ormai uno standard dell’industria. Questa compatibilità solitamente è dichiarata dal produttore, e potete ritrovarla nelle schede tecniche dei prodotti sui siti. Se non viene espressa tale compatibilità, potete dare per scontato che manchi.

Noterete che alcuni modelli di auricolari ANC sono compatibili con i formati audio ad alta risoluzione.

Il mercato degli auricolari con cancellazione del rumore attiva è estremamente ampio, con prezzi che partono da circa 30 euro per arrivare a oltre 400 euro. Questa enorme differenza di prezzo è spesso giustificata, quindi non crediate che un prodotto da 30 euro possa tenere testa a un modello da 100, 200 o 300 euro.

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